Un raggio di speranza

Quante volte mi sarò chiesta: “Cosa mi serve per essere felice? “Cosa mi manca per sorridere di più, nonostante tutto quello che di prezioso già ho”, “Perché la tristezza mi afferra il cuore anche quando le cose vanno bene?

Forse l’età, forse la paura di non vivere a pieno l’esperienza di Gesù, forse il desiderio del cuore che ti spinge a fare qualcosa in più che ti faccia andare oltre te stessa e ti avvicini agli altri…
Forse per queste ragioni, grazie all’incontro con Fra Fabrizio e Fra Antonio e gli altri miei compagni di “Ringratiate et Servite”, il mio cuore ha liberamente scelto di fare esperienza di servizio presso la “La Casa Alloggio “Raggio di Sole” Fondazione Opera Santi Medici Bitonto, dove risiedono una ventina di pazienti malati di A.I.D.S.

Sapevo che la mia scelta libera non sarebbe stata abbandonata, perché il cammino di preghiera fatto tempo fa mi avrebbe guidato durante l’esperienza di carità che stavo per vivere.
L’esperienza di servizio con le mie compagne è un viaggio che risveglia emozioni profonde, forti e spesso inaspettate. Partecipare significa mettersi al servizio degli altri e scoprire sé stessi in modo nuovo e trasformativo. Ogni volto, sguardo e parola porta una storia unica ma condivisa da un legame di emozioni forti. Emozioni che mi fanno provare gratitudine, commozione, tenerezza, gioia, riflessione e profonda umanità.
Vorrei spiegare brevemente la mia esperienza.

Ogni giovedì vado alla casa alloggio di Bitonto, dove insieme alle mie compagne incontro gli operatori sanitari e gli abitanti. Con loro cerco di valorizzare la mia presenza, ascoltandoli, dedicando tempo, guardando e parlando delle loro vite. Ascolto le loro storie, suono la chitarra e canto le loro canzoni preferite, offro parole di incoraggiamento e lascio che mostrino volontariamente la loro vita, con una foto, un segno sulla pelle o un pianto che esprime bisogno di amore, amicizia, fraternità.
Se dovessi descrivere le emozioni negli occhi di Anna, nell’abbraccio della voce di Patrizia, nel sentire col cuore Pino e Mauro, direi…

Un Incontro con il Cuore degli Altri
La prima emozione che spesso avverto è la gratitudine, la gioia nonostante la sofferenza. Ci si trova a essere testimoni di storie di dolore, di amori distrutti, di perdite d’anima ma alla fine, negli occhi di chi ha sofferto io ci vedo la pace e sono grata di questo dono. Mentre io sono lì per loro, sono loro che nello stesso momento sono lì per me in uno scambio di cuore.

Una Connessione Profonda
La sensazione di essere in connessione che si crea durante l’esperienza di servizio. Non servono competenze professionali, non servono conoscenze teoriche, avverto solo l’esigenza di tenere il cuore aperto, gli occhi attenti sui loro bisogni, il rispetto per le loro vite e le loro storie. Quando sono lì a suonare con loro, avverto solo il bisogno di trasmettere la gioia, la felicità di un incontro.
Si abbattono le distanze, le paure della malattia, le angosce di una vita trasformata.

Sfide e Crescita Personale
Accanto ai momenti di grande soddisfazione, le loro vite a volte mi mettono davanti quella sensazione di dolore per la sofferenza delle loro storie e la frustrazione per non poter fare di più. Questi sentimenti sono normali, ma anche fondamentali per la mia crescita personale, per la comprensione dei limiti che serve sempre rispettare quando ci si mette in ascolto dell’altro, proprio per non ferirlo ulteriormente.

Riflessione e Rinnovamento
Alla fine di ogni ora insieme, prima di congedarmi, ho sempre una nuova prospettiva. Le emozioni legate alla riflessione sulla mia vita e priorità sono inevitabili. La sensazione di rinnovamento che provo mi spinge a considerare ciò che conta davvero.
Consapevole della fragilità che accolgo, porto l’esperienza nel cuore per beneficiarne e donare serenità a chi incontro.
Un desiderio che diventa testimonianza, presenza, partecipazione attiva, connessione, raggio di speranza, non solo per gli abitanti della casa alloggio ma anche per me e il mio cuore desideroso di agire in fede e carità.

Antonella