In ascolto della parola

Domenica 9 Luglio

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,25-30)

Io sono mite e umile di cuore.

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Commento

Mentre nelle scorse domeniche, Gesù ha inviato i suoi in missione, nei versetti del Vangelo di questa domenica invece si pone l’attenzione al loro ritorno dalla missione evangelizzatrice. I primi destinatari della salvezza sono i “piccoli”, i bambini, cioè coloro che conservano la purezza interiore e si sanno stupire di fronte alle meraviglie del mondo. E Gesù, loda il Padre proprio perché ha creduto nei piccoli: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza”.

Inoltre, Gesù si rivolge ai discepoli che sono delusi, stanchi e frustrati per la missione compiuta: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”. Anche gli sfiduciati e gli oppressi sono i privilegiati, poiché proprio la loro condizione di estrema necessità li aiuta a riconoscere in Cristo l’unica vera speranza. Ed infine Gesù ci svela il senso per ritrovare il ristoro dell’anima: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”. Gesù propone un giogo alternativo a quello degli scribi e dei farisei: ancora una volta tutto si spiega con la logica dell’amore. Chi si dona quotidianamente ai propri cari, certamente fatica, ma, nel contempo, prova gioia nel cuore. Così il giogo proposto da Gesù, quello dell’amore, che  non è tanto servitù quanto piuttosto libertà e gioia, quelle che egli stesso ha testimoniato sulla terra. Soltanto quando amiamo incondizionatamente siamo davvero felici, e ogni cosa, “ricapitolata” in Cristo troverà ristoro.

Commento a cura di Fra Marco Valletta OFM