In ascolto della parola

Domenica 17 Aprile - Resurrezione del Signore

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 24,1-12)

Perché cercate tra i morti colui che è vivo?

Il primo giorno della settimana, al mattino presto [le donne] si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”».

Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.

Commento

Attraverso le letture proposte, unitamente ai cristiani radunati in ogni parte del mondo, abbiamo ricordato la storia della salvezza. Quello di questa notte è un appuntamento annuale fondamentale, perché se vogliamo incontrare il Vivente, dobbiamo necessariamente ripercorrere le meraviglie che Dio ha compiuto. Diversamente, se perdiamo la memoria e lo sguardo resta umano, difficilmente riusciremo a cantare al Signore “stupenda è la sua vittoria”, difficilmente incontreremo il Vivente, soprattutto in questo tempo segnato più che da immagini di vita, da immagini di morte, in cui prima la pandemia, poi la guerra, hanno offuscato il nostro orizzonte di speranza e indebolito la nostra fede.

Le letture di questa sera vogliono ricordarci che l’origine di tutto e il fine di tutto è in Dio. Ce lo ricorda in particolare la prima lettura tratta dal libro della Genesi. Dio crea, separando le cose dal disordine. E così dal caos emerge il cosmos, il mondo bello, ordinato. “E fu sera e fu mattina” perché secondo la tradizione ebraica, il giorno inizia con la sera. Così nel primo giorno brilla la luce, separata dalle tenebre, ed esso è allo stesso tempo il preludio dell’ottavo giorno. Quello che stiamo celebrando oggi, in cui brilla Cristo luce del mondo. Il giorno della Pasqua, della nascita per sempre del nuovo ordine stabilito da Cristo attraverso la sua morte e risurrezione. Il giorno di cui dobbiamo fare memoria, il giorno che dobbiamo ricordare perché la nostra fede resti viva. Il giorno in cui Dio interviene nuovamente, per rimettere ordine una volta per tutte perché dopo il cosmos iniziale l’uomo ha riportato il caos sulla terra. Ma questo cosmos, questo universo ordinato, questo orizzonte di salvezza facciamo fatica a vederlo. In realtà, ci sentiamo immersi nel caos, mai come in questi ultimi tre anni dove la fede inevitabilmente ha vacillato più del solito. Ecco perché ci ritroviamo in questa notte santa, per incontrare il Vivente e rinsaldare la nostra fede, nell’attesa del compimento ultimo, in cui tutto sarà ricapitolato in Cristo.

 In questa notte, la nostra fede assopita viene svegliata dalle parole che i due uomini in bianche vesti rivolgono alle donne presso il sepolcro: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea […] ed esse ricordarono”. I due uomini altro non sono che Mosè ed Elia, i due uomini della trasfigurazione, essi rappresentano la testimonianza delle Scritture: Gesù risorge in conformità alle Scritture. Ricordare è il verbo che deve accompagnare i prossimi dodici mesi che ci separano dalla prossima Pasqua. Le donne, dopo un primo smarrimento, ricordano, fanno memoria, rileggono la storia alla luce delle parole di Gesù e credono, incontrano il Vivente. Gli apostoli devono ancora compiere il loro percorso, per questo sono convinti che esse stiano vaneggiando. Ecco il motivo del fare memoria di questa notte, del ricordare che tutta la storia dell’umanità inizia e termina nel segno della luce. Che la nostra storia personale, grazie all’acqua del battesimo, il cui nome che portiamo ne fa memoria, è un’esistenza illuminata da Cristo, il cui incontro avviene ogni giorno, nonostante il continuo caos creato dagli uomini che hanno perso la memoria della vittoria della luce sulle tenebre. Buona Pasqua, buon incontro con il Vivente.

Commento a cura di Fra Marco Valletta