In ascolto della parola

Domenica 9 gennaio - Battesimo del Signore

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 3,15-16.21-22)
Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Commento

Stiamo attenti a non fare confusione. Sentendo parlare nel Vangelo odierno del battesimo di Gesù, potremmo rischiare di fare gli auguri alla Madonna e a San Giuseppe con la paura addosso di essere invitati al pranzo, di ricevere la rispettiva bomboniera e di dover mettere mano al portafogli per il consueto regalo, acquistato presso la migliore gioielleria, per fare bella figura. Quello che abbiamo appena raccontato è il nostro modo distorto e senza senso di vivere il battesimo. Il battesimo di Gesù amministrato da Giovanni e quello in Spirito Santo e fuoco amministrato da Gesù, non hanno nulla a che vedere con le nostre distorsioni religiose che ci portano ad essere come ha recentemente affermato Papa Francesco: “parcheggiati in una religione che non scalda il cuore”.

Il Vangelo d questa domenica fa da spartiacque tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Giovanni nel ricordare alle folle che il suo battesimo è un rito della tradizione giudaica finalizzato alla conversione, indica Gesù come il Messia, come colui che è più forte di lui e che battezzerà “in Spirito Santo e fuoco”. A sua volta Gesù, attraverso la sua presenza in coda con il popolo per ricevere il battesimo, riconosce Giovanni come inviato da Dio. La conferma di questo duplice riconoscimento arriva dal cielo. Lo Spirito Santo che discende sotto forma di colomba, nel rievocare l’immagine dello Spirito che librava sulle acque prima della creazione e la colomba che annunciava la fine del diluvio universale, conferma di fatto l’inizio di una nuova era, quella messianica. La voce del Padre ne è la conferma definitiva: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». Voce che ricorda quest’oggi a tutti, che grazie al battesimo, grazie al dono dello Spirito Santo, innestati in Cristo, possiamo vivere un’esistenza piena di senso nella misura in cui riconosciamo nella nostra vita la presenza dell’amore eterno del Padre, che testimoniamo al mondo attraverso una quotidianità, come ci ricorda l’apostolo Paolo, vissuta con “sobrietà, con giustizia e con pietà”, con la consapevolezza che siamo stati “salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia”.

Commento a cura di Fra Marco Valletta