In ascolto della parola

Domenica 5 dicembre - II Domenica di Avvento

Dal Vangelo secondo Luca Lc 3,1-6
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.

Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

Commento

In questa domenica San Paolo ci invita a crescere nella carità per poter essere irreprensibili ovvero rigorosamente onesti il giorno in cui tornerà il Figlio di Dio. Per poter far sì che ciò avvenga, è necessario fare nostra la conversione di cui ci parla l’evangelista Luca nel Vangelo di questa seconda domenica di Avvento. Un Vangelo che inizialmente ci disorienta nel citare date e personaggi appartenenti al mondo politico e religioso di allora e che sembra volerci portare su altre strade, lontane da quelle che conducono all’incontro con il Figlio di Dio, parlandoci di poteri politici e religiosi. In realtà l’intento dell’evangelista è esattamente l’opposto. Luca ci parla di anno quindicesimo, per sottolineare la storicità della venuta di Gesù, e cita 7 personaggi legati al potere di allora (il numero 7 evidenzia la totalità del potere e la dimensione piramidale della società del tempo), per farci comprendere come sia differente il modo di agire del Signore rispetto al nostro. E fa tutto ciò disorientandoci. Dopo questa introduzione, infatti, ci informa che “la Parola di Dio venne” non secondo la mentalità di allora, ovvero su un uomo appartenente alla classe politica o sacerdotale in quanto più vicino a Dio, bensì su Giovanni, figlio di Zaccaria, il quale a differenza del padre non era sacerdote, non era nel tempio di Gerusalemme e predicava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Un battesimo totalmente differente dal nostro sacramento, ma un rito che prevedeva l’immersione con il significato di nascita a vita nuova. Non parla di conversione intesa dal punto di vista religioso come avvicinamento a Dio, ma come cambio di vita, di abbandono della via vecchia in termini di vita vissuta non più per se stessi ma per gli altri. E per concludere, ci ricorda – citando Isaia – che il Figlio di Dio è venuto per la salvezza di ogni uomo. Un messaggio forte, quello di questa domenica, che ci chiama a vivere la fede in modo concreto, spendendo la vita per il prossimo, non trasformando le nostre comunità in caste chiuse ma in luoghi aperti all’incontro con il prossimo, in vivai della carità, perché ogni uomo di tribù, lingua, popolo e nazione possa vivere con la consapevolezza che il suo amore è per tutti e per sempre.

Commento a cura di Fra Marco Valletta