In ascolto della parola

Domenica 28 febbraio - II Domenica di Quaresima(B)

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9,2-10)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Commento

ASCOLTATE CHI VI AMA
Oltre che da Marco, la Trasfigurazione è narrata anche da Matteo e Luca (cfr Mt 17,1-8; Lc 9,28-36). Si tratta infatti di un evento importantissimo che ci parla della divinità di Gesù. Sul Tabor, infatti, Dio stesso, con la sua voce, rivela ai tre apostoli prediletti la natura di Gesù, invitandoli ad ascoltare Colui che è amato dal Padre e, nonostante questo, ci è donato e si dona, per la nostra stessa Salvezza. Tutto ciò che è dato nell’amore e per amore non è mai perduto, ma si moltiplica per l’eternità.
+In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Gli evangelisti distinguono i discepoli dalla folla, da questi i dodici; fra gli apostoli, poi, Gesù compie un'ulteriore selezione: Pietro Giacomo e Giovanni.
I tre apostoli prediletti erano di estrema importanza per le prime comunità Cristiane. Di questa loro "primazia" troviamo un'importante testimonianza nel versetto 9 della seconda lettera ai Galati: "Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Barnaba la loro destra in segno di comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i circoncisi." Il fatto che nei sinottici e Giovanni (posteriori alle lettere paoline), la figura di Pietro viene spesso sottolineata, fa capire come sempre più, quest'ultimo, fosse tenuto in maggiore considerazione nella chiesa nascente; egli era insomma un vero e proprio punto di riferimento; ciò molto probabilmente è dovuto al ruolo cruciale che l’apostolo principe ha avuto nel mantenimento dell’unità durante i primi decenni della comunità cristiana.
L'atto di salire il monte, non si limita ad essere la ricerca di una collocazione "spaziale", ma anche il tendere verso una determinata condizione umana e spirituale. Da sempre l'uomo cerca sulle alture, i luoghi più vicini al cielo, la presenza del divino; ed è proprio in posti come questi che Dio parla ai suoi profeti: da Noè a Gesù le grandi alleanze fra l'uomo e il Padre sono stipulate sulle sacre alture. Imitando il loro Maestro, essi dovranno con fatica arrivare in cima a loro stessi, accettando quella condizione di "solitudine" che deve essere tollerata da chi fa delle scelte controcorrente o ha dei ruoli di responsabilità, come quelli gli stessi acquisiranno. Questa diversificazione di trattamento non deve essere interpretata come una forma di discriminazione: pur amando tutti allo stesso modo e dando a tutti un uguale dignità, lo Spirito ha per ciascuno un ruolo diverso. Chiaramente Egli sarà più esigente con chi verrà investito di importanti responsabilità (cfr Lc 12,48).
+Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù.+
Quello che compie Gesù, non è lo sfoggio delle sue capacità soprannaturali, ma l'annuncio di qualcosa che rivoluzionerà per sempre il nostro modo di vedere ed interpretare le cose: Un vero è proprio anticipo di quella che sará la resurrezione. Per i padri questa è la manifestazione della piena divinità del Verbo Incarnato, così come nel Getsemani diventa visibile la sua piena umanità: Sul Tabor emana Luce; nel Getsemani trasuda sangue (cfr Lc 22,43-44).
Mose (la legge) ed Elia (la profezia), ovvero: forma ed essenza, corpo ed anima della fede, dualità che si concilia in Cristo. Tale concetto è ben simboleggiato dal discorrere dei due con Gesù. Per i Padri la trasfigurazione menifesta la natura divina del Verbo Incarnato, allo stesso modo, nel Getsemani, diventa visibile la sua umanità.
+Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.
Pietro, Giacomo e Giovanni sono spaventati, come del resto lo saremmo stati anche noi, nella medesima situazione. Cefa, il più intraprendente, balbetta una proposta... Ma questa non viene nemmeno ascoltata. Spesso nei nostri culti cerchiamo di costruire quelle capanne che anche il principe degli apostoli voleva edificare; tale sforzo ha lo scopo di racchiudere l'ineffabile nella povertà delle nostre categorie. Lo facciamo perché l'ignoto ci spaventa; proprio per questo è rassicurante delimitare tutto all’interno del nostro limitato orizzonte.
+ Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
La nube rappresenta la benedizione divina, un segno di fecondità spirituale e profetica con cui l'Eterno avvolge gli amati. Non sono loro a custodire e proteggere (ricordiamo le capanne che voleva costruire Pietro), ma è Lui stesso che lo fa, ammantandoli con la Sua Grazia. Il Padre affida agli eletti ció che per lui è più prezioso: scuote la durezza dei cuori degli apostoli prediletti con un segno ancora più inequivocabile. La potente voce del padre parla del Figlio: ci viene rivelata e affidata quella verità che davvero può renderci liberi, a noi non resta che ascoltare, lasciarci sedurre e tuffarci nell'avventura dell'Amore.
+Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.+
La paura della morte paralizza le menti degli apostoli che non riescono a comprendere ciò che Gesù gli sta rivelando. La loro fede è ancora troppo debole per accogliere l'inaudita speranza della resurrezione. Questo li rende impermeabili a quelle parole piene di luce, hanno il cuore chiuso. Se solo ci aprissimo a questa speranza... Non solo vivremmo più serenamente gli eventi che attraversano la nostra vita, ma permetteremmo alla Grazia di rendere più bella la nostra esistenza.
Felice domenica!
Commento a cura di Fra Umberto Panipucci