In ascolto della parola

Domenica 10 gennaio

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,7-11)

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Commento

“Lo Spirito su di lui
come farebbe il nido una colomba”.
Cioè, stabilmente.

Col Battesimo nel Giordano si conclude il tempo di Natale: è l'uscita allo scoperto di Gesù dopo l'anonimato trentennale e il lavoro altamente qualificato.
La liturgia presenta tre epifanie che sono un tutt’uno, tra luce, acqua e vino:
1) da bimbo, ai pagani cercatori di infinito, i Magi, che sanno viaggiare e ‘leggere dentro’. Profezia di incontro per tutti i cercatori di infinito disposti a muoversi;
2) da uomo, agli Israeliti, preparati dal Battista ad attenderLo in un luogo ricco di senso, proprio lì, nel deserto sotto il Nebo e di fronte a Gerico, dove il popolo entrò con l’Arca attraverso il Giordano nella Terra Promessa. Promessa di rinascita, inizio di un mondo fatto daccapo;
3) da rabbi, ai familiari, ai discepoli, agli amici, nel banchetto nuziale a Cana, dove addirittura fu mutata la natura. Il sogno dell'ebbrezza sponsale, del godimento senza fine nell'Alleanza nuova ed eterna.
I racconti del Battesimo sono tra i più antichi della tradizione: nel cosiddetto "trittico" (predicazione del Battista - Battesimo di Gesù - lotta e vittoria su Satana). Si allude a tanti testi (Creazione, Diluvio, entrata nella Terra Promessa, ecc.) e l'idea centrale è quella della rinascita, del nuovo inizio: un mondo nuovo, creato daccapo nelle acque del vero Diluvio, che pone fine alla schiavitù del Peccato ( = incapacità della pienezza) e dà inizio a un uomo e una donna nuovi, capaci dello Spirito divino, mentre il Cielo è riaperto per sempre.
Gesù è inviato per farci nascere di nuovo, per aprire il Cielo, per condurci in una creazione che non conosce più morte e malvagità, già ora.
Si immerge, si confonde, condivide. “Non importa chi sei stato: se la vuoi, questa gioia è per te. Gioisci con me" ripete il Padre nelle parole e nei gesti del Figlio. Ma noi siamo rinati? È in atto in noi la rivoluzione? E soprattutto: credo che sia possibile rinascere? A tutti? Sempre?
Il Padre risponde al tuo Amen, Gesù: usa le parole delle madri e dei padri quando prendono tra le braccia i loro piccoli e li innalzano al cielo pieni di gioia.
Uscito dalle acque, in mezzo all’arido deserto
- quel deserto che diventiamo senza Te,
senza l'abbraccio del Cielo, la Rugiada che è solo tua –
sei l'inizio di orizzonti che non finiranno mai,
il nostro inizio:
sei l'Eden rifiorito,
sei il Diluvio che ci ha travolto,
sei il Cielo che si riapre
per non chiudersi più.
Sei il Luogo Santo,
il Traboccante di Spirito,
che come colomba fa un nido
che mai lascerà.
Sei l'ora che il Padre sognava
per ultimar la bellezza della sua creatura.
"Amato, Gradito":
parole che riassumono chi sei, Gesù, e chi siamo.
Scenda lo Spirito che fa specchi di te
e un cielo squarciato abbracci la terra!
Nonostante ogni sciocco rifiuto, il Padre ci invita:
"Làsciati rigenerare da mio Figlio. Rinascete! Non è qui per condannare. Non siete già voi stessi la vostra condanna, col vostro orgoglio e stoltezza?
È qui, fratello tra fratelli, a ridire la Parola che trae il cosmo dal nulla, dal caos, e riporta in vita i morti: la mia! È l'acqua nei deserti, è il fuoco delle notti".

“Tu sei l’Amato”.
In te mi piaccio, mi specchio.

Buona Festa della Vera Promessa

Commento a cura di Fra Amedeo Ricco