In ascolto della parola
Domenica 29 novembre - I Domenica di avvento
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Dal tempo in cui Gesù disse ai suoi discepoli: “fate attenzione…quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!”, la sua proposta per una umanità nuova è più che mai attuale.
L’azione di quell’ uomo che, “partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, ha ordinato al portiere di vegliare”, non si vede, ma c’è: è presente nella responsabilità e nella fedeltà creativa che ha richiesto a ciascuno affinché sia fatto secondo il compito affidato: vegliare, perché nulla vada perduto di quanto gli è stato donato.
- Quale è il compito che ciascuno ha ricevuto per collaborare all’edificazione e alla custodia della “casa comune”?
Gli ultimi DPCM sembrano allertare l’attenzione di tutti per difenderci da qualcosa che all’improvviso sta stravolgendo il nostro modus vivendi.
- Pur sostando nei nostri living, obbligati da questo tempo d’emergenza sanitaria, restiamo svegli per accogliere e ridestare tutta la vita che vorremmo veder presto rinascere?
- Quale è, dunque, la postura della nostra attenzione? Quale la nostra tensione?
Don Tonino Bello esortava: “in piedi costruttori di pace!”, a significare una vigilanza che parla di attesa, con una tensione che ti fa attivare verso l’Altro che ci ‘attenziona’ “andando incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia e si ricordano delle Sue vie” (Is 63, 16-19).
Per questo il salmista ci fa pregare così: “Padre ascolta, vieni a salvarci, ritorna, vedi e visita, proteggi, facci rivivere”.
Tutto quello che chiediamo, meditando il Vangelo odierno, è esattamente quello a cui Gesù ci sollecita. Quanta fiducia ci viene accordata in quel “fate attenzione, vegliate” per essere degni degli stessi sentimenti di Cristo, come a raccomandarci: “non lasciatevi rubare la speranza, vengo presto!”
Proviamo a intitolare questa Prima Domenica di Avvento come ci suggerisce la Bibbia di Gerusalemme: Vegliare per non essere sorpresi.
- Come? Pregando, in spirito di orazione e devozione, “ alla sera , a mezzanotte, al canto del gallo, al mattino”, perché se noi siamo di quella generazione che vuole vedere Gesù; sia Lui stesso a prendere per mano la nostra vita e a donarle, anche quest’anno, quel Natale che ci chiama a “dischiuderci nell’infinita pienezza di vita, che è Dio” (G. Vannucci)
Commento a Cura delle Sorelle Povere di S. Chiara del monastero di S. Luigi di Bisceglie