In ascolto della parola

Domenica 17 Maggio - VI Domenica di Pasqua

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14, 15-21)

 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Commento

“… io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito”.

  
La sesta domenica di Pasqua ci prepara al cammino verso l’Ascensione al cielo di Gesù Cristo e l’invio dello Spirito Santo, nel giorno della Pentecoste.

Il brano del Vangelo tratto dall’evangelista Giovanni riporta uno dei discorsi più consolanti di Gesù: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre…”.

Dopo essere disceso dal Padre per portare a compimento l’opera della salvezza del genere umano nel Mistero pasquale da poco celebrato, Gesù si fa compagno della nostra vita attraverso il primo dono della Risurrezione che è lo Spirito Santo.

La pericope evangelica si apre e si chiude con una dichiarazione di Gesù sull'amore personale che i discepoli gli portano: ‘Se mi amate...’, ‘Chi ama me....’.

Gesù rimane una persona viva e presente: ecco perché i suoi, coloro che Egli amò sino alla fine, possono amarlo e crescere in una relazione di amicizia con Lui. Però l'amore richiesto necessita di manifestarsi nella concretezza della vita: ‘Se mi amate, osserverete i miei comandamenti...’, ‘Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama’. L'amore richiesto da Gesù si prova con l'obbedienza alla volontà del Padre, quella volontà che Lui stesso ha adempiuto definitivamente e totalmente nell’amore a Dio e al prossimo. Gesù ha abilitato i discepoli all’amore fraterno dandoci l’esempio nel gesto della lavanda dei piedi; il comandamento da seguire è amarsi l’un l’altro come Lui ha amato noi.

La risposta a questo nuovo amore è quindi un dono smisurato e illimitato che Gesù ci ottiene con la sua preghiera:  E io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre.

I termini con cui Gesù lo descrive dicono già qualcosa della sua identità: un altro Paraclito, cioè un Avvocato difensore, un soccorritore, un consolatore che assisterà e proteggerà i discepoli. Un altro rispetto a Gesù, che rimane il primo Paraclito. Colui che il Padre sta per donare continuerà l'opera di Gesù, sarà come un altro Gesù, in relazione strettissima con Lui.

Lo Spirito della verità. Gesù è la Verità, cioè l'unica rivelazione, piena e definitiva, del Padre e del Suo amore per gli uomini. Lo Spirito, cioè l'alito vitale di Dio e del suo Figlio, il loro respiro, la loro forza infinita d'amore con la sua azione interiore farà capire, penetrare in profondità e assimilare tale rivelazione di Gesù.

Solo attraverso questa esperienza di fede i discepoli lo vedranno, perché Gesù si mostrerà loro come il Vivente ed essi prenderanno parte alla Sua stessa vita. In questo rapporto nuovo con Gesù risorto capiranno e riconosceranno veramente quale comunione profonda c'è tra Lui e il Padre: In quel giorno saprete che io sono nel Padre mio.

Gesù volgendo lo sguardo ai suoi afferma per tutta l'umanità e per tutti i tempi: chi pratica questo amore operoso attirerà l'amore del Padre, che lo accoglierà nella comunione con Lui. Nella comunità dei credenti Dio assumerà il volto umano e gli uomini quello divino. Chi “ha” i miei comandamenti e li osserva questi è colui che mi ama. E’ il comandamento che non diminuisce l’uomo ma anzi lo potenzia; in questa dinamica di amore ricevuto e comunicato si consente al Padre di trasmettere un amore sempre più grande.    

E in questo tempo così particolare troviamo le tracce con cui lo Spirito del Signore ci consola;  Papa Francesco ce ne offre tre: la vicinanza, la verità e la speranza.

Nella vicinanza, anche se chiamati ad una distanza fisica; una vicinanza che si fa condivisione dei momenti gioiosi come in quelli di sofferenza, una vicinanza discreta che sa tendere la mano per ricevere e donare.

Un altro modo con cui Gesù consola è la verità: Gesù è veritiero. Non nasconde la verità. Perché Lui stesso in questo passo dice: “Io sono lo Spirito della verità” (cfr Gv 14,6). Ed è  della verità che: “Io me ne vado, ma non vi lascerò orfani”.

E ancora, Gesù consola nella speranza. Non sarà turbato il cuore che rimane nella pace da Lui donata, quella pace che è alla base di ogni consolazione, perché “io verrò e per mano vi porterò dove sarò io”.

Gesù ci invita a leggere ed attraversare la nostra storia con un cuore non imprigionato nel turbamento che le paure e le incertezze dell’oggi possono provocare. Questa splendida esortazione   si rende possibile perché il Risorto non ci lascia mai soli. Lui stesso prepara i discepoli alla sua partenza, alla sua prossima assenza. Gesù sale per prepararci un posto: questa è anche la nostra la risurrezione, nella promessa che dopo averlo preparato, tornerà a prenderci per stare con Lui. Siamo tutti invitati!

Commento a Cura delle Sorelle Povere di S. Chiara del monastero di S. Luigi di Bisceglie