In ascolto della parola

Domenica 3 Maggio - IV Domenica di Pasqua

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10, 1-10)

In quel tempo, Gesù disse:
«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

Commento

“Perché abbiano la vita e la abbiano in abbondanza”!

Perché abbiano la vita e la abbiano in abbondanza! Fa strano fessurare questa Parola nei nostri recinti ben protetti dal lock down. È tempo di lasciare le nostre postazioni, di riprendere una boccata di vita, filtrata attraverso tutto il bene che siamo chiamati a donare agli affetti più prossimi. Sia questo allargare il cuore e rispondere alla vita. Stiamo pagando le conseguenze su scala mondiale di un virus, ladro e brigante, che toglie il fiato, ma non l’anelito di uscire e rientrare liberamente per annunciare la voglia di ripresa che urge da dentro inostri ovili. Sant’Agostino nei Soliloqui prega così: “ Mio Dio io cerco Te. Sono un tuo filo d’erba assetato”. “Che cosa dobbiamo fare fratelli?” (At 2, 37) Camminiamo sui pascoli della continua sorpresa del mondo, della continua sorpresa della vita. Entriamo per la Porta che conduce a rileggerci alla luce di una bontà che vede chiaro nelle nostre valli oscure, che quando si chiude è per ungere di olio le piaghe di noi erranti e riabilitarci al progressivo rientro nella quotidianità. “ Datevi al meglio della vita” è questo lo slogan per questa 57ma Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni, per crescere, maturare e divenire dono per gli altri. Facciamoci condurre da Francesco, che “al sentir nominare l’amore del Signore subito si sentiva stimolato, colpito, infiammato: quel nome era per lui come il plettro di una voce esteriore, che gli faceva vibrare la voce interiore del cuore. Contemplava nelle cose belle il Bellissimo e, seguendo le orme impresse nelle creature, inseguiva dovunque il Diletto”. (FF 1160) “A Te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più” (Jovanotti) vorrei aprire la porta dei miei sogni, perché diventino le orme sulle quali riascoltare i passi di amici e nemici, educatori, colleghi, fratelli, sorelle, e sentirli familiari e incoraggianti. Custodisci, Maria, ogni fase di riapertura delle nostre porte, perché con bontà e fedeltà, per lunghi giorni, ci lasciamo abitare dalla voce del Pastore che aggiunge amore e bellezza a questa generazione.

Commento a Cura delle Sorelle Povere di S. Chiara del monastero di S. Luigi di Bisceglie