In ascolto della parola

Domenica 29 Marzo - V domenica di Quaresima

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 11,1-45)

In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.
Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Commento

“Io sono la risurrezione e la vita (…). Liberatelo e lasciatelo andare” In un tempo particolare come quello che stiamo vivendo a causa dell’emergenza sanitaria, la Parola che ci viene donata in questa V domenica detta di Passione, pare avere una maggiore risonanza, provocando la nostra fede ad una riflessione più concreta sui temi della vita e della morte.

Il cammino della vita ci vede attraversare varie stagioni e momenti che suscitano le domande e le ricerche di verità più importanti, nel tentativo di scorgere nella realtà esperita le tracce e i segni di risposta che ne spieghino il senso. Dalla Parola che oggi ci è consegnata nel cammino ormai prossimo al compimento, una parola per noi tutti: FIDATI! Si, anche mentre tutto porterebbe a scoraggiarci o fare il contrario: FIDATI! Il fatto che Gesù parli apertamente non significa che sempre riusciamo a comprendere ciò che ci dice o ci chiede, e questo non deve impedirci di farci o fare domande su quello che viviamo, soprattutto se Colui al quale ci rivolgiamo è venuto tra noi come RISPOSTA del Padre a tutti i nostri perché! Ma ci ha consegnato un ‘come’ necessario del quale si fa esempio e modello fino in fondo e fino alla fine: ATTRAVERSARE senza sconti e tutta intera la vita e FIDARSI. Di chi?!? Di Colui che sa in verità e pienezza chi è: “Io sono la risurrezione e la vita”! Lo scarto della fede è rispondere anche noi a quella domanda che Gesù rivolge a Marta: “Credi questo?” Possiamo farlo solo nella verità di quello che siamo, di quello che è il nostro percorso e il nostro desiderio più profondo di vita vera. La Parola di oggi ci smuove come di urto che spacca le pietre, è urlo che rompe i silenzi di morte che ci abitano. Veniamo fuori dai sepolcri in cui talvolta ci seppelliamo, perché legati dalle funi della paura, della non accoglienza di noi e degli altri, della non fiducia nella vita stessa. Confidiamo in Colui che “è nel segreto” consegnandoGli tutte le volte in cui abbiamo provato da noi a venirne fuori senza riuscirci, ritrovandoci ingarbugliati ancora di più nelle bende della nostra ostinata incredulità: per tornare alla luce abbiamo bisogno di aiuto, abbiamo bisogno di un Altro!

Scopriremo allora che la fede è: CAMMINO che si compie passo dopo passo, tra cadute e rialzate, salite e discese, tra giornate uggiose e soleggiate, tutte necessarie perché il cammino sia autentico; RELAZIONE D’AMORE talmente intima da permettere a Dio e ai fratelli di vedere le bende che coprono le nostre ferite o parti “morte” senza vergognarcene, perché anch’esse dicono chi siamo; FIDARSI, per lasciarci LIBERARE da tutto ciò che ci è di impedimento a quel respiro di vita ampio quanto il mondo, che è il nostro desiderio più profondo. La fede è stare così, da poveri dinanzi a Gesù, a Colui che per noi si è fatto povero per arricchirci della sua vita vissuta come relazione d’amore con il Padre, in cammino sulle strade degli uomini, nella piena fiducia della Sua Promessa di Vita. E sarà vita nuova, vita vera, vita amata e liberata.

Commento a Cura delle Sorelle Povere di S. Chiara del Monastero S. Luigi in Bisceglie