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#SMARTEASTER #IOPREGOACASA

#SMARTEASTER#IOPREGOACASA

Mentre la quarantena chiude le porte di casa, una trentina di giovani di tutte le età hanno aperto le finestre del computer per vivere insieme il triduo pasquale. La proposta dei frati e delle suore del centro vocazionale di Puglia e Molise, dal titolo #SMARTEASTER #IOPREGOACASA, ha coinvolto studenti, lavoratori e postulanti connessi da tutta Italia.

Sulla quarantena se ne sono dette tante: tempo di prova, di paura, di attesa, di dolore e addirittura tempo di Grazia. Impossibile generalizzare, perché ognuno ha la propria storia. Ma quanta bellezza in tutte quelle finestre da cui si affacciavano volti sorridenti, assonnati (effetti della pigrizia da quarantena!), seri, pensierosi o in ricerca, che componevano una storia ancora tutta da scrivere. Tanti piccoli pezzi di un mosaico più grande, quello realizzato dalle mani di Dio. Ci siamo connessi con Zoom, il software per le videochiamate dal nome che è tutto un programma e che ci ricordava che lo zoom era sempre su Gesù!

Allora via, pur con il felpone e i capelli al vento (parlo per me), in piena modalità casalinga insomma, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo lasciati guardare da Colui che ci aveva chiamati lì. E pazienza se a volte il wi-fi non funzionava a dovere: la connessione più importante era quella tra di noi e… quella con Dio, naturalmente. A proposito, il suo wi-fi non fallisce mai: non si sa come faccia, ma riesce sempre a raggiungere tutti!

Il primo giorno, il giovedì santo, è stato accompagnato da una frase di suor Chiara e Flavia: “Gesù per amore si è abbassato verso l’uomo fin dall’incarnazione, come gli adulti fanno con i bambini”. Il volto di Gesù che spiccava al centro della copertina su Zoom ricordava in modo simpatico questa realtà. Mi ha fatto pensare che mentre noi celebravamo la sua ultima cena, lui ci accompagnava nel nostro personale Getsemani della quarantena. Succede sempre così: pensiamo di essere noi a servirlo, invece è lui che serve noi!

Il venerdì santo i nostri volti sono diventati quelli di tanti “discepoli amati” ai piedi della croce, lontani ma vicini, distanti con il corpo ma uniti in preghiera. E visto che “per donare la vita bisogna lasciarci toccare dall’altro”, come ha ricordato suor Valeria, quel mosaico di finestre colorate da Milano a Bari, passando per Assisi, stava sicuramente donando qualcosa. Tanto per iniziare, da quelle finestre aperte sono usciti sorrisi luminosi: cosa non da poco di questi tempi.

Il giorno dopo fra Antonio ha detto: “I tempi di Dio non sono i nostri tempi, ma quelli dell’amore. Non preoccupiamoci se le cose sembrano non cambiare: Dio lavora nel silenzio”. Sì, perché questo tempo sospeso della quarantena, fatto di silenzio e attesa ma anche di vuoto e paura, sembra proprio un lunghissimo sabato santo. Le finestre aperte su Zoom però ci hanno ricordato che guardiamo tutti nella stessa direzione: quella della luce delle candele accese nella veglia.

E Domenica abbiamo riaperto le nostre finestre virtuali per cantare insieme un gioioso Alleluia per il sepolcro vuoto, per la Pasqua di resurrezione! Ed è solo l’inizio, come sottolinea fra Gianni, perché “tutti noi siamo chiamati a far risorgere continuamente Dio nel mondo: Cristo si serve delle nostre mani e dei nostri occhi”. Per ora, anche su Zoom. Poi si vedrà. Speriamo di poterlo fare presto anche con un bell’abbraccio.

Cinzia Caserio